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L’Ufficio Militare del Corpo Reale dello Stato Maggiore dell’Esercito del Regno di Sardegna, da cui discende l’Ufficio Storico, fu costituito a Torino dal generale Enrico Morozzo della Rocca, Comandante Generale del Corpo, con l’ordine del giorno n. 712 del 16 luglio 18531. Il colonnello di Stato Maggiore Enrico Giustiniani, noto studioso di tattica militare, fu il primo capo dell’Ufficio. Tre anni dopo, il 1° luglio 1856, il generale della Rocca, secondo quanto disposto con il citato ordine, emanò una Istruzione sull’Uffizio Militare del R. Corpo di Stato Maggiore e sull’ordinamento dell’Archivio del medesimo, definendone i compiti specifici.
L’articolo 1 dell’istruzione stabiliva che l’Ufficio Militare doveva «...raccogliere ed ordinare i documenti e le notizie atte a presentare una conoscenza esatta e completa dello stato dell’Armata e delle istituzioni militari del regno e di compilare dietro i documenti autentici raccolti nell’Archivio del Corpo od altrove la storia delle campagne degli avvenimenti militari del Paese oppure anche memorie relative alle guerre contemporanee». A questo particolare compito era destinata la Sezione Storia Militare, una delle quattro sezioni in cui era articolato l’Ufficio.
Gli articoli 8 e 9 sancivano, invece, le attribuzioni dell’Archivio e i documenti che originariamente esso comprendeva: le carte della campagna del 1848-49 e della guerra di Crimea, allora chiamata Campagna d’Oriente; le raccolte di monografie geografiche delle varie regioni d’Italia; i rapporti che i comandanti di vario livello redigevano dopo i campi d’istruzione.
La nascita dell’Ufficio Militare del Corpo Reale dello Stato Maggiore dell’Esercito era conseguente anche a motivazioni ideologiche più generali, ricollegabili allo storicismo romantico, il quale apriva una nuova stagione dedicata allo studio delle tradizioni patrie e della storia nazionale; e tali origini erano anche frutto del difficile clima nato dal fallimento della Prima Guerra d’Indipendenza, nel quale si avvertiva l’assoluta esigenza di analisi e comprensione delle cause della sconfitta, soprattutto dal punto di vista militare.
Il 25 marzo 1860 furono istituiti cinque Grandi Comandi di Dipartimento, con sede, rispettivamente, a Torino, Alessandria, Brescia, Parma e Bologna; in ciascuna di queste sedi furono creati particolari archivi, indipendenti da quello principale dell’Ufficio Militare del Reale Corpo di Stato Maggiore. Dove, oltre alle carte già presenti, era allora conservata la documentazione relativa alla campagna del 1859. In seguito, e precisamente nel 1861, fu istituito il VI Gran Comando a Napoli e, nel 1862, il VII, con sede a Palermo. Nei rispettivi archivi furono versate le carte militari relative alle province meridionali e alla Sicilia, ancorché una parte di queste ultime rimase a Napoli. Nel 1867, gli archivi speciali dei grandi comandi furono sostituiti da quelli delle singole divisioni. Una parte del carteggio rimase presso i comandi di divisione, mentre la restante parte passò ai comandi dei corpi dell’esercito.
Dopo il trasferimento della capitale da Firenze a Roma, l’Ufficio Superiore dello Stato Maggiore dispose che nel suo Archivio dovesse essere versato tutto il carteggio concernente i vari comandi di dipartimento - in aggiunta a quello relativo alle guerre risorgimentali - decurtato delle pratiche a carattere amministrativo, lasciate in deposito presso la quarta sezione dell’Archivio di Stato di Torino. Per il riordino del materiale documentario fu designato l’archivista Novaro; alla sua morte il generale Bariola, capo in 2 del Corpo di Stato Maggiore, destinò a quell’incarico il tenente Dupuy Samadel, che aveva già prestato servizio presso l’Archivio di Stato di Firenze.
Nel 1873 il Ministero della Guerra assegnò all’archivio altri quattro ufficiali (Zanelli, d’Ayala, Manfredi, Quarenghi); nel 1874 l’Ufficio fu trasferito a Palazzo Giustiniani, dove furono redatti il primo inventario generale, un catalogo sistematico e una rubrica alfabetica completa di schedario.
Nel 1884 l’Archivio fu portato al Palazzo della Pilotta, in attesa della sede definitiva presso il Ministero della Guerra, in via XX Settembre in Roma. Tuttavia, poiché questi locali tardavano ad essere consegnati, il ministero dispose un ulteriore provvisorio trasferimento, questa volta in un piccolo locale sito in via della Lungara. Il tenente Gilberti fu incaricato del trasloco e si occupò anche della disposizione delle carte in questa sede provvisoria - sistemandole in appositi scaffali - al fine di renderle accessibili e facilmente consultabili.
Nel giugno 1888 l’Ufficio Storico, con relativo Archivio, fu definitivamente trasferito a via XX Settembre.
Durante la Prima Guerra Mondiale l’Ufficio Storico divenne la naturale sede di custodia e di opportuna collocazione di tutto il materiale documentario relativo al conflitto in corso; un nucleo distaccato a Susegana provvedeva alla raccolta ed alla spedizione a Roma di diari ed allegati. Le spedizioni di documenti furono così ingenti, che divenne necessario trovare una sede più ampia per conservare tale quantità di carte; la quale, prevedibilmente, era destinata ad aumentare con la fine della guerra e con lo scioglimento di tutti i reparti, corpi ed i numerosi enti mobilitati.
Nel 1917, in seguito all’acquisizione di palazzo Baracchini, il tenente generale Baratieri di San Pietro, comandante del Corpo di Stato Maggiore Territoriale, fece trasferire in quei locali l’Archivio dell’Ufficio Storico. Tuttavia, il continuo afflusso di documentazione, tra cui i preziosi Diari Storici dei reparti combattenti, coincidente, peraltro, con l’arrivo a Roma di 1.500 casse contenenti la documentazione delle grandi unità operanti, resero totalmente insufficienti i locali di palazzo Baracchini. Parte di tutto questo carteggio fu collocato in una casamatta della Batteria Nomentana, e solo nel giugno 1928, compiuta una prima operazione di revisione e selezione di tale quantità di materiale, esso confluì nell’Archivio dell’Ufficio Storico.
Negli anni ’30 l’Ufficio Storico provvide a raccogliere la documentazione relativa alla Campagna contro l’Etiopia ed alla partecipazione delle truppe italiane del C.T.V. alla Guerra Civile Spagnola.
Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Archivio si trasferì nella sede di campagna di Orvieto dove, dopo l’8 settembre 1943, una parte del carteggio venne murata nel sottosuolo del Duomo; altre casse di documenti furono invece riportate a Roma e nascoste presso il Vittoriano, da cui vennero recuperate intatte dopo la Liberazione. Nel novembre del ’43 la restante parte di documenti fu prelevata da elementi della R.S.I. ed il successivo febbraio il carteggio del Comando Supremo delle Forze Armate, concernente la seconda guerra mondiale, venne trasferito al nord, in un primo tempo a Milano, quindi a Sondrio, poi, dopo aver tra l’altro subito alcune asportazioni, nella zona di Cenate (Bergamo) ed infine, nell’autunno dello stesso anno, ad Arbizzano in provincia di Verona, dove andò in gran parte perduto in seguito ad un incendio (22-23 aprile 1945). Nel frattempo (maggio 1944), il carteggio rimasto ad Orvieto (escluso quello della 2a Armata) venne trasportato a Trescore Balneario (Bergamo), con un viaggio che si può senz’altro definire esiziale per la sua conservazione.
Alcuni documenti furono catturati prima dai tedeschi, poi sequestrati dagli Alleati, in particolare da statunitensi e da britannici; i primi restituirono quasi tutto il materiale nel 1967, dopo averlo microfilmato; di recente, spezzoni di quei fondi sono stati recuperati grazie all’intervento dell’Ufficio dell’Addetto Militare a Washington.
Nel Regno del Sud, nella sede di Lecce, fu riordinato a fine ’43 l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore del Regio Esercito, che si occupò, tra, l’altro, di raccogliere e conservare la documentazione di quelle unità che combattevano a fianco degli Anglo-Americani. Con la liberazione di Roma da parte delle forze alleate, nel luglio 1944 l’Ufficio Storico fu ricollocato nella capitale, prima nei locali di Palazzo Esercito in via XX Settembre, poi nella sede del comprensorio militare “Nazario Sauro” di via Lepanto 6. Nel corso del 2000, l’Ufficio Storico si è trasferito presso la sede di via Etruria, 23, nella caserma “Goffredo Zignani”, ad eccezione della 2a Sezione Archivi che è rimasta nella sede di via Lepanto.
Oggi l’Ufficio dispone di un Archivio Storico valutato in oltre otto milioni di documenti. Ad esso, si affianca quello altrettanto cospicuo, e in continua crescita, rappresentato dalle Memorie Storiche, documenti che Comandi, Reparti, Direzioni e Uffici compilano ogni anno per consegnare al futuro le principali attività svolte in tempo di pace, anche in compiti di ordine pubblico e salvaguardia del territorio. Con la partecipazione alle missioni di intervento all’estero in dispositivi multinazionali, negli ultimi decenni, altra ricca documentazione si va formando per essere consegnata alla storia. Comandi ed Unità impegnati fuori area, infatti, compilano il Diario Storico, come in guerra. Poiché tali complessi documentali sono fondi in formazione, essi non sono elencati. Sono, inoltre, al momento, non consultabili.