La prima idea di un Museo della Specialità Granatieri nacque il 5 marzo
1903, allorché una rappresentanza di Ufficiali dei due Reggimenti si
riunì nella Sala dei Ricordi Storici della Caserma "Ferdinando di
Savoia" in Roma e propose che in quella sede venissero raccolti cimeli,
documenti e dati storici allo scopo di "perpetuare le glorie e le
tradizioni della Brigata Granatieri". L'iniziativa ottenne ampie
adesioni ed il piccolo Museo, anche grazie all'appoggio della casa
regnante, cominciò subito un'intensa attività di recupero e promozione
delle illustri tradizioni dei "Bianchi Alamari".
Già all'epoca
della Guerra di Libia (1911), tuttavia, la quantità e la qualità dei
materiali storici raccolti era tale da imporre l'esigenza di una loro
sistemazione in una nuova e più idonea sede. Tale necessità veniva
sancita ufficialmente negli atti del Museo, in un verbale del 3 luglio
1912, nel quale si indicava, quale possibile ubicazione, la Caserma
"Umberto I" in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, a Roma. L'avvento
della Prima Guerra Mondiale impose, però, di rinviare il progetto.
Alla
fine del conflitto, per interessamento del Consiglio del Museo, il
Comune di Roma assegnò un'area in Piazza Santa Croce in Gerusalemme
perchè vi sorgesse la nuova sede ed il 3 giugno 1922, alla presenza di
Vittorio Emanuele III, venne posta la prima pietra dell'edificio.
Edificato
da maestranze costituite per la maggior parte da Granatieri volontari e
con il determinante contributo economico dei Granatieri di tutta
Italia, il Museo venne inaugurato, alla presenza dei regnanti di casa
Savoia, il 3 giugno del 1924, 265° anno dell'istituzione del Corpo.
Scampato
nel luglio del 1943 al bombardamento del vicino scalo ferroviario di
San Lorenzo, nel 1986 il patrimonio del Museo dei Granatieri, come
quello degli altri Musei delle Forze Armate, è stato devoluto, con
decreto del Presidente della Repubblica, al Ministero della Difesa ed ha
assunto lo statuto di Reparto della Brigata Meccanizzata "Granatieri di
Sardegna".