Nel corso del XVII secolo, prima dell'istituzione dei Corpi sanitari militari degli Stati preunitari, i laureati in medicina e in chirurgia (all'epoca i corsi di laurea erano ben distinti) non venivano ancora inquadrati come “veri e propri Ufficiali" in quanto “i servizi sanitari si poggiavano essenzialmente sulle strutture civili e religiose". Storicamente la “prima Scuola di Sanità militare italiana" viene istituita nel 1807 a Milano nella Basilica di Sant'Ambrogio, dotata fin dal 1498 di un ospedale e rimasta attiva fino al 1813, poco prima della caduta del Regno d'Italia (1814).
Con il “riordinamento del personale e del servizio militare per l'Armata in tempo di pace" stabilito dal Re Carlo Alberto di Savoia con decreto del 4 giugno 1833, concernente anche il riassetto dei preesistenti Servizi di Sanità e Veterinaria militare dell'Armata Sarda, vengono di fatto gettate le basi di ciò che diventerà il Corpo sanitario dell'Esercito italiano. Per questo motivo il 4 giugno è riconosciuto come l'anniversario della costituzione del Corpo. Inoltre, gli ospedali militari diventano anche centri di formazione e di perfezionamento per i giovani che aspirano ad intraprendere la carriera di Ufficiali di Sanità. Successivamente, nel 1844 viene creato il Consiglio Superiore di Sanità Militare, retto da un medico con il grado di generale, cui è devoluta l'alta sorveglianza del Servizio sanitario, tanto dell'Esercito quanto della Marina, mentre nel 1845 viene istituito il Corpo di Sanità Militare, comprendente anche un ruolo di farmacisti con un proprio organico, un deposito e un laboratorio chimico-farmaceutico. Parallelamente, tra il 1830 e il 1849, nel Regno delle due Sicilie si riuniscono, in un solo Corpo, “tutti gli uffiziali di salute" e, oltre Tevere, lo Stato Pontificio approva nel 1840 il regolamento per il proprio Corpo sanitario militare: “col giorno 1 luglio prossimo gli Ufficiali Sanitari delle Truppe Pontificie non apparterranno più ai Corpi, come lo sono presentemente, ma saranno addetti alle diverse Piazze, e Guarnigioni, formando un Corpo separato, denominato 'Corpo Sanitario'".
In quegli anni, il Corpo sanitario delle truppe lombarde è costituito da un medico per reggimento e da un chirurgo per battaglione (le lauree in medicina e in chirurgia non erano ancora state unificate); la Repubblica Romana redige il “Regolamento organico per il Corpo sanitario dell'Armata"; l'Armata sarda impone nel 1848, sempre su proposta di Riberi, la doppia laurea in medicina e chirurgia per entrambe le categorie fuse “in quella dei medici militari" (distinti in medici di divisione, di reggimento e di battaglione) e istituisce la prima compagnia infermieri militari, per i vari servizi degli ospedali e delle ambulanze, mentre il Granducato di Toscana riordina il “Corpo Sanitario Militare, per guisa che, mettendolo in armonia con quello proprio al Corpo Sanitario dell'Armata sarda, venga sempre più a raggiungersi la completa assimilazione delle due Armate". Qualche mese prima della fondazione del Regno d'Italia, il re Vittorio Emanuele II di Savoia, ultimo re di Sardegna e futuro re d'Italia, mette mano alla riorganizzazione dei Corpi sanitari militari con un'ordinanza secondo la quale “Tutti i medici e farmacisti ascritti ai corpi volontari dell'Esercito meridionale dovranno, per ottenere la conferma nel grado loro rispettivo, far constare di essere forniti dei voluti gradi accademici, e sottomettersi ad esame di idoneità avanti il Consiglio Superiore militare Sanitario". È il 1861 quando, costituito il Regno d'Italia, gli Ufficiali “di sanità del disciolto esercito delle Due Sicilie vengono ammessi nel Corpo sanitario militare dell'Esercito italiano". La sanità militare sabauda viene “incardinata" con i Corpi sanitari degli Stati italiani unificati, per cui un “gran numero di medici si fuse insieme nell'Esercito italiano".
Sempre nel 1861, il regio decreto del 27 giugno riunisce tutti gli ufficiali veterinari in un unico organismo denominato Corpo Veterinario militare, anch'esso alle dipendenze del Consiglio Superiore di Sanità Militare. Il 30 settembre 1873, con la legge Ricotti, viene conferito il grado effettivo agli Ufficiali del Corpo sanitario militare, affidando loro la direzione degli Ospedali militari, costituiti in enti amministrativi autonomi. Nello stesso anno il Consiglio Superiore di Sanità Militare viene sostituito dal Comitato di Sanità Militare che, a partire dal 1887, assume la denominazione di Ispettorato di sanità militare. Parallelamente, la componente veterinaria, sempre nel 1873, ha un proprio Ufficio di Ispezione veterinaria, dipendente dalla Direzione Generale di Fanteria e Cavalleria, che successivamente, nel 1924, passa a far parte del Servizio Ippico e Veterinario.
Con regio decreto del 16 novembre 1882 viene istituita la Scuola di applicazione di sanità militare nella Caserma del Maglio in Firenze, attualmente intitolata a Francesco Redi, insigne medico toscano del XVII secolo, che aprirà i battenti il 1° gennaio 1883 alle dipendenze del Colonnello medico Ottavio Baccarani.
Con decreto 17 ottobre 1920 viene concesso al Corpo sanitario il Labaro, che sarà poi sostituito dalla Bandiera. L'Ispettorato è sostituito, nello stesso anno, dalla Direzione Centrale di Sanità Militare, che nel 1928 assume la denominazione di Direzione generale di sanità militare.
Con la legge 9 maggio 1940, n. 368, recante “Ordinamento del regio esercito", entrambi i Corpi assumono rispettivamente la denominazione di Servizio sanitario e Servizio veterinario.
Con decreto legislativo luogotenenziale 31 luglio 1945, n. 560, viene istituito l'Ispettorato del Servizio ippico e veterinario, retto da un generale dell'Arma di cavalleria del quale fa parte, con un proprio ufficio, un colonnello veterinario che assolve le funzioni di Capo del Servizio. Con l'ampliamento delle attribuzioni e delle responsabilità di tale figura, nel corso degli anni il grado di vertice arriverà fino a Tenente generale.
Il 1° febbraio 1960 viene costituito a Roma il Centro studi e ricerche di sanità militare dell'Esercito, inizialmente posto alle dipendenze della Direzione generale di sanità militare e poi del Comando del Servizio di Sanità.
Con la legge 14 marzo 1968, n. 273, è istituita l'Accademia di sanità militare interforze: per il Nucleo Esercito (NEASMI) gli allievi di medicina e chirurgia e di chimica e tecnologie farmaceutiche vengono immatricolati nell'Università degli studi di Firenze e ospitati nelle caserme “Curtatone e Montanara" e “De Lauger" di Firenze, alle dipendenze della Scuola di sanità militare; gli allievi di medicina veterinaria sono iscritti invece alla Facoltà di Torino ed ospitati presso la Scuola del Servizio veterinario militare di Pinerolo, già sede in precedenza della Scuola di Cavalleria dell'Esercito. L'Istituto rimane attivo fino al 27° corso e viene soppresso con decreto legislativo 28 novembre 1997, n. 464; le attribuzioni delle relative funzioni vengono trasferite alle accademie militari di Forza armata.
Nel 1969 il Ministero della difesa autorizza la concessione della Bandiera al Servizio veterinario ed il Vessillo viene assegnato per la custodia alla Scuola di Veterinaria militare di Pinerolo il 16 novembre dello stesso anno, nel corso di una solenne cerimonia.
La legge 20 settembre 1980, n. 574, ripristina a partire dal 1° gennaio 1981 le denominazioni di Corpo di Sanità e Corpo di Veterinaria dell'Esercito.
A partire dal 1° gennaio 1998 si costituisce il Corpo sanitario dell'Esercito (D.Lgs. 30 dicembre 1997, n. 490), dove confluiscono i preesistenti Corpo di Sanità e Corpo di Veterinaria; a seguito di ciò, il 9 aprile 1999 il Ministero della difesa dispone che “la Bandiera del Corpo di Sanità rimanga quale Vessillo erede delle tradizioni dei due preesistenti Corpi, in quanto più anziana e decorata di quella del Corpo Veterinario; le ricompense del Corpo Veterinario vadano a fregiare la Bandiera del Corpo Sanitario; il Vessillo del Corpo Veterinario venga versato al Vittoriano". Il motto del Corpo unificato è “Fratribus ut vitam servares", concesso originariamente alla Scuola di sanità militare con regio decreto del 6 giugno 1932 dal Re Vittorio Emanuele III di Savoia, mentre rimane agli annali il motto “Immota Fides" del soppresso Corpo veterinario; il Comando del Corpo viene riconfigurato in Dipartimento di sanità e veterinaria nell'ambito dell'Ispettorato Logistico dell'Esercito, poi Comando logistico dell'Esercito dal 2006. La Scuola viene trasferita a Roma il 15 luglio 1998 con la denominazione di Scuola di sanità e veterinaria militare. Dal 2014 il Dipartimento di sanità e veterinaria assume la denominazione di Comando sanità e veterinaria, retto da un Tenente generale/Maggior generale medico.
Il Capo del Corpo sanitario è nominato dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ed è l'Ufficiale generale del Corpo più elevato in grado e più anziano in servizio permanente effettivo. Il Capo del Corpo è membro della commissione di vertice e della commissione superiore di avanzamento dell'Esercito, solo per la valutazione rispettivamente dei Maggiori generali e degli ufficiali aventi grado da Tenente colonnello a Brigadier generale appartenenti al Corpo sanitario.
Il Comando sanità e veterinaria (Comando SANVET) è uno degli organi centrali della Sanità militare e costituisce l'organo direttivo del comparto sanitario dell'Esercito. Esercita le attribuzioni in materia di:
- attuazione delle disposizioni tecniche emanate con decreto del Ministro della difesa inerenti all'ordinamento della Sanità militare e del Servizio sanitario militare dell'Esercito;
- organizzazione e coordinamento delle attività dei servizi svolti dagli enti sanitari dell'Esercito