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Il progetto iniziale.
Nel 1916, poco prima di morire, l’allora Generale Perrucchetti, uno dei maggiori propugnatori della creazione degli Alpini, sosteneva che era necessario creare un Museo Nazionale che celebrasse le glorie degli Alpini, ed assicurava di aver già donato ad un Reggimento i suoi documenti a futura memoria.
Nello stesso anno, dopo il sacrificio del martire Alpino Cesare Battisti, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Borselli, propose al Parlamento che fosse eretto un monumento a Cesare Battisti a Trento: le “future terre liberate” del Trentino avrebbero avuto un monumento a memoria del sacrificio di Battisti e del valore degli Alpini. Negli anni successivi, auspice la Legione Trentina (l'Associazione dei Volontari trentini nella guerra 1915-18), con la volontà dell’Associazione Nazionale Alpini ed il Comando Superiore delle Truppe Alpine venne fortemente propugnata l’idea di un Museo Nazionale Storico degli Alpini a Trento.
La F.A.A..
Fu creata a tal scopo la Fondazione Acropoli Alpina, approvata dal Governo nel 1938 e sancita con legge nel 1941, che aveva il compito di sovrintendere la costruzione del monumentale complesso dalle linee del "Castrum" romano comprendente, lungo il muro perimetrale, 17 torri intitolate ai vari reparti alpini; all'interno del recinto, in separati edifici: un Arengo, un Sacrario ed un vasto Museo. La dislocazione del complesso era stata individuata sulla Verruca, o Doss, di Trento, accanto al Mausoleo dedicato all’irredento Cesare Battisti, ove sono conservate le spoglie, traslate con cerimonia alla presenza del Re Vittorio Emanuele III il 25 maggio 1935. A fianco del mausoleo, puntati in direzione della città di Trento, furono collocati quattro cannoni da 105/28, appartenenti alla "Batteria Battisti".
La prima costruzione realizzata alla base del Doss fu il Corpo di Guardia sul Piazzale Divisioni Alpine, affiancato all’antico dazio; l’edificio affacciato sulla via Brescia aveva 5 pilastri monumentali progettati come sostegno a 5 aquile, memoria delle 5 Divisioni Alpine, come riportato dal verbale di riunione della Commissione Tecnica dell’11 gennaio 1940, a firma del segretario arch. Cereghini, che al secondo punto descrive nelle “direttrici di lavoro della Commissione” il “particolare studio architettonico pei piloni d’ingresso della nuova strada della Verruca dalla strada nazionale”. Le 5 aquile furono poste solo nel dopoguerra, scolpite dall’artista Silvio Zaniboni. Fu destinata a biblioteca della F.A.A.. Sul piazzale antistante lo stesso scultore realizzò la base del pilo della bandiera italiana, offerto dalla famiglia Campari ed inaugurato nel 1958.
La Strada degli Alpini è la strada di accesso prevista per l’Acropoli, sul versante a sud ovest. Iniziata l’8 gennaio 1940, realizzata con mano d'opera esclusivamente di Alpini alle armi, durante i lavori impegnò mediamente circa 240 unità. Venne costruita una galleria scavata nella roccia, all'interno della quale fu eretta una cappella dedicata a Santa Barbara, affiancata da due altorilievi, rispettivamente per gli artiglieri ed i genieri alpini di cui è la S. Patrona. Il materiale per la costruzione proveniva inizialmente da una cava di Cadine, successivamente dalla cava nella zona dei Solteri a Trento. Congiuntamente alla strada furono realizzati anche sentieri pedonali, scalinate, rampe e terrazze una delle quali con base del pilo in pietra e bandiera italiana fu dedicata al Generale Giuseppe Perrucchetti. La Strada venne salutata come il primo passo del futuro Museo Nazionale degli Alpini, celebrato in un articolo di Paolo Monelli “Il Museo degli Alpini” apparso il 19 aprile del 1940 sul Corriere della Sera.
La strada subisce diversi danni a causa dei bombardamenti durante la II Guerra Mondiale, viene poi riaperta, dopo il restauro, nel 1947. Lo scultore Angelo Biancini allestì al lato della strada alcuni pannelli con bassorilievi di oggetti tipici degli alpini, quali la gavetta, gli scarponi chiodati etc. Realizzò anche la scultura sul frontale del Museo.
Il Dopoguerra.
Abbandonato il progetto del complesso monumentale, dopo la seconda guerra mondia¬le venne decisa la realizzazione del solo Museo.
A tale scopo venne adattato un fabbricato (circa m. 20 x 10), già pol¬veriera austriaca, ceduto con il terreno circostante da parte del Comune di Trento: il grande castrum del primo progetto trova realizzazione nel solo museo-sacrario.
Sebbene il Museo non fosse ancora costruito, sia l’Ispettorato delle Truppe alpine che l’Associazione Nazionale Alpini continuarono la raccolta di reperti, come testimonia la copertina dell’Alpino del 1947.
La volontà di esprimere un solo Museo Nazionale venne ribadita anche nel 1955, in occasione dell’annuncio in Oropa della nascita di un “Museo Nazionale Alpino”, dal Ministro della Difesa, dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e dalla Presidenza dell’Associazione Nazionale Alpini che l’unica sede naturale per il Museo Nazionale degli Alpini era sul Doss di Trento; inoltre il D.P.R. del 15.07.1954, n. 855, dice che: “la Fondazione è autorizzata ad accettare la donazione da parte del Comune di Trento di un'area, sul Doss di Trento, di circa mq. 970, sulla quale sorgeva una vecchia caserma, affinché venga utilizzata per la costruzione di un edificio che raccolga i cimeli delle Truppe alpine; la costruzione da effettuare sarà un Museo Nazionale degli Alpini”.
Il 24 maggio 1956 venne posata la prima pietra, il 15 marzo 1958 vi fu l'inaugurazione del Museo in occasione della 31^ adunata dell'A.N.A. a Trento nel 40° anniversario della fine della 1ª Guerra Mondiale.
Soppressione della fondazione acropoli alpina.
A seguito del D.P.R. del 01.01.1978, n. 855, la Fondazione Acropoli Alpina venne sciolta, le funzioni ed il patrimonio furono quindi devoluti al Ministero Difesa - Esercito. Nel 1981 il complesso è sottoposto alla vigilanza del Comando Regione Militare NE che, nel 1984 emanava norme per il Museo limitate alla "temporanea conservazione". Dal 1986 il Museo Nazionale Storico degli Alpini passava alle dipendenze del Comando del IV Corpo d’Armata che designava alla custodia il IV Btg. G. “Orta”, per passare alle dipendenze del Comando Militare Provinciale, poi quelle del Comando R.F.C. “Trentino Alto Adige”, Comando Militare Esercito “Trentino Alto Adige", ed infine a quelle del Comando Truppe Alpine (Bolzano).
Associazione “Amici del Museo Nazionale Storico degli Alpini”.
Il 2 aprile 2008 si è costituita l’Associazione “Amici del Museo Storico Nazionale degli Alpini”, formata da chiunque si proponga di sostenere concretamente l’attività del Museo attraverso ricerche, pubblicazioni, organizzazione di eventi, conferenze, convegni al fine di realizzare attività culturali per la valorizzazione dell’immagine degli Alpini. A tal fine hanno aderito il Comune di Trento, l’Associazione Nazionale Alpini, numerosi privati, non solo alpini. L' Associazione Amici del Museo Nazionale Storico degli Alpini è costituita con atto pubblico, ed il legale rappresentante (Presidente) è l'Avv. Roberto Bertuol.