Mostreggiature non più in uso
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Apparse stabilmente nel panorama uniformologico italiano già a metà ottocento, le mostreggiature rappresentano quel che resta delle uniformi settecentesche, quando nella foschia del campo di battaglia i Comandanti rintracciavano le unità riconoscendone gli abiti, i pennacchi e le insegne multicolore.
Con l'avvento delle tenute sempre più sobrie e meno colorate, le tinte identificative di Armi e Specialità si sono man mano ridotte ai colletti, ai paramano, alle bande sui pantaloni.
Per quanto riguarda l'Italia, il fenomeno delle insegne reggimentali parte con la cavalleria e la fanteria piemontese, che le porteranno nell'Esercito Italiano dove si adatteranno ai gusti e alle mode e i materiali del tempo.
Nel tempo infatti, le mostreggiature hanno seguito l'evoluzione dell'Esercito e molte oggi sono scomparse.
Il grosso riguarda i reggimenti di Fanteria e di Cavalleria che, avendo colori propri, appaiono e scompaiono legate alla sorte dei reparti che rappresentano.
Altre, che hanno rappresentato una funzione o una specialità soppressa di un'Arma, un Corpo o un Servizio sono destinate all'oblio.
Vediamone una panoramica.