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Il 1915 |
I Piani Operativi >>
Il 1915
Il 24 maggio l'Italia rompe gli indugi e scende in campo contro gli Imperi Centrali.
La linea di confine del 1915 era quella, piuttosto sfavorevole, lasciata all'Italia dal trattato di Vienna del 1866. Tale linea si svolgeva come una grande S maiuscola disposta sulle Alpi Venete in senso orizzontale, facendo in modo che l’Austria penetrasse nel territorio italiano ad ovest, con un largo cuneo, avente la sua base sulla linea Stelvio-Cima Vanscuro (km 160) ed il suo vertice spinto sull’Adige, fin quasi a Peri (km 160 dal Brennero e meno di 30 da Verona).
Questo largo cuneo naturalmente si traduceva in una costante e grave minaccia per il tergo delle forze italiane agenti verso est, mitigata però dalla carente potenzialità delle strade e delle linee ferroviarie che vi adducevano dall’Austria.
L’altra parte della S costituiva il saliente italiano dell'Isonzo, poco pericoloso per l’Austria perché terminava contro i primi contrafforti della grande catena delle Alpi: Giulie e contro il primo gradino carsico.
Nel suo insieme il teatro d’operazione poteva essere suddiviso in due zone nel senso dei paralleli: la prima a nord, prevalentemente montuosa, e la seconda a sud, pianeggiante.
Tra i vari fiumi solcanti la pianura con andamento generale meridiano, il Piave era quello che meglio si prestava ad una rapida, economica ed efficace difesa.
Poiché tutta la parte settentrionale del teatro d'operazione era costituita da una profonda fascia montana, i cui pochi solchi erano stati inoltre sbarrati con notevoli opere fortificatorie permanenti da entrambi gli avversari, la zona che meglio si prestava all’impiego di grandi masse era il settore dell’Isonzo.
Solo verso questo settore, del resto, erano indirizzate linee di comunicazione stradali e ferroviarie di sufficiente potenzialità per sostenere razioni offensive di carattere strategico.