La Quarta battaglia dell'Isonzo fu combattuta tra il 10 novembre e il 5 dicembre 1915.
La gran parte dei combattimenti si concentrò sulla direttrice per Gorizia e sul Carso, ma la spinta fu distribuita lungo tutta la linea del fiume Isonzo: il Comando Supremo infatti intendeva conquistare Podgora, Oslavia, il Monte Sei Busi e il Monte San Michele, rinunciando temporaneamente al Monte Sabotino.
I Monte Sei Busi, già teatro di combattimenti aspri e disperati da parte italiana, fu assaltato e le truppe del generale Cadorna conquistarono quota 111, ma non riuscirono ad andare oltre. Sul Monte San Michele, gli italiani ottennero quota 3 e quota 4. Finalmente gli italiani riuscirono a conquistare Oslavia che ormai era ridotta ad un cumulo di macerie. Durante gli scontri la brigata Sassari ebbe modo di dimostrare nuovamente il suo coraggio e la sua determinazione, conquistando diverse trincee nemiche e respingendo i contrattacchi nemici.
Il 17 novembre, dopo aver avvisato i cittadini lanciando volantini sulla citt‡, le artiglierie italiane bombardarono Gorizia, considerata un centro strategico per i rifornimenti austro-ungarici.
Lungo il fronte di Tolmino gli attacchi italiani si concentrarono sulla linea Sleme-Vodil, soprattutto sul Mrzli, dove ad un certo punto la vittoria italiana sembrava inevitabile ma la strenua difesa austro-ungarica privò gli avversari del successo tanto sperato.
Con l'arrivo del primo freddo sulle montagne del Carso, spazzato dalla Bora, le operazioni militari si bloccarono per mancanza di equipaggiamenti e preparazione da ambo le parti (retaggio dell'idea che quella del 1915 sarebbe stata una Blitzkrieg e non una logorante guerra di posizione).
L'Alto Comando austro-ungarico, preoccupato delle perdite nonostante l'afflusso al fronte di 12 divisioni di rinforzo, chiese per la prima volta l'aiuto dell'Impero tedesco, il quale ancora non era formalmente in guerra con l'Italia. Motivo, questo, che portò i tedeschi a intervenire sul Carso molto tempo dopo, non prima dell'Undicesima battaglia dell'Isonzo.
Gli italiani ebbero 7.498 caduti, 33.956 feriti, 7.513 dispersi