(ottobre-novembre 1917). Fa parte della 12a battaglia dell’Isonzo. Dopo lo sfondamento della linea italiana a Caporetto, il generale Cadorna ordinò la sera del 26 ottobre il ripiegamento sulla destra del Tagliamento, dando disposizioni per la costituzione di un corpo d’armata speciale che, agli ordini del generale Di Giorgio, dovesse assicurare il possesso del tratto di fiume nel quale erano compresi i ponti di Cornino e di Pinzano, garantendo lo schieramento sul Tagliamento in pianura.
Alla sera del 30 ottobre lo schieramento previsto era il seguente: nell’alto Tagliamento (estrema sinistra) le truppe del XII corpo d’armata o Zona carnica, che passavano agli ordini della 2a armata; nel medio Tagliamento il corpo d’armata speciale (20a divisione con la brigata Lombardia ed il 234° reggimento della Lario; 33a divisione con la brigata Bologna e quattro battaglioni della Barletta) con un totale di 5700 uomini, senza artiglierie divisionali.
Sullo stesso medio Tagliamento, da Trasaghis a Pinzano, ripiegavano i corpi della 2a armata. Nel basso Tagliamento, da Pinzano al mare, la 3a armata. Alla sera del 30 ottobre il C. d’A. speciale era sulle posizioni ad esso assegnate con una testa di ponte a Ragogna, sulla sinistra del fiume, formata e difesa dalla brigata Bologna. Tutte le altre truppe della Zona carnica, della 2a e 3a armata continuavano il loro ripiegamento sulla destra del fiume. Alla sera del 31 ottobre la 3a armata era passata in gran parte sulla destra e rimanevano ancora truppe del VI, II, XXIV C. d’A. che attendevano il loro turno di passaggio sotto la protezione di quattro brigate di retroguardia. I corpi IV, VII, XXVII della 2a armata continuavano il loro passaggio un poco tumultuario facendo ressa ai ponti di Cornino e di Pinzano.
Le truppe della Zona carnica continuavano il loro ripiegamento: la 1a e la 2a divisione di cavalleria, con eroiche cariche, specialmente dei reggimenti Genova e Novara, cooperavano al passaggio delle truppe in pianura ed al loro rafforzamento sulla sinistra del fiume. Alla sera del 1° novembre tutte le truppe che ripiegavano dalla fronte Giulia avevano raggiunto la riva destra del Tagliamento, ove già era stata imbastita la difesa; il generale Cadorna emanava gli ordini per la resistenza. Intanto erano giunte artiglierie al C. d’A. speciale (due gruppi da 102, 3 gruppi da 105, un gruppo di artiglieria a cavallo), ma con scarsissima dotazione di munizioni, e altre truppe di fanteria, e poi altre artiglierie, ma sprovviste di munizioni.
Agli Austro-tedeschi premeva che gli Italiani non si rafforzassero sul fiume. Fu perciò affidato ai generali Krauss e Scotti di forzare il passaggio a Cornino e Pinzano, per poter avanzare lungo le falde delle alture sino al Piave aggirando la sinistra della difesa. Nella notte del 3 novembre il tentativo, fatto dal generale Krauss, riuscì superando la resistenza della brigata Bologna.
Le truppe del Krauss, passando a Coi nino, dilagavano verso sud per aiutare la colonna Stein, e verso ovest, in direzione di Clausetto e Travesio, per disorganizzare il ripiegamento per la montagna. Anche al generale Scotti riuscì lo stesso giorno 3 di forzare il passaggio ad Aonedis, qualche Km. a valle di Pinzano.
Questo successo comprometteva tutto il valore difensivo della intera linea del fiume, sia perché favoriva l’aggiramento della fronte sul basso Tagliamento sia perché tagliava ogni ritirata, attraverso la zona montana, alle truppe della Zona carnica. A queste ultime (XII corpo d’armata, 36a e 63a divisione) fu immediatamente dato l’ordine di ripiegamento aprendosi uno sbocco nel piano; mentre, il 4 novembre, veniva dal generale Cadorna impartito l’ordine di raggiungere il Piave.