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Evento storico del giorno 2 luglio 1916

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Il Pasubio e La Grande Guerra

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​Dal maggio 1915 al novembre 1918 sui Monti del Pasubio caddero migliaia di soldati: le cifre ufficiali, parlano di oltre 37mila tra morti, feriti e dispersi italiani. Si calcola che nel 1916 sul Pasubio si trovassero circa 50mila uomini tra reparti combattenti e servizi, costretti a vivere a oltre 2.000 metri di quota, spesso in ricoveri di fortuna o in baracche.


Subito dopo aver passato il confine, nella notte del 24 maggio 1915, le truppe italiane si preoccuparono di porre piede sulla vetta, fino al Col Santo. Tale occupazione rimase indisturbata fino alla primavera del 1916, quando contro le nostre linee del Trentino si sferrò la poderosa offensiva di primavera austriaca che noi definimmo "strafe expedition".  Perduto il Col Santo, il pericolo si rese gravissimo. Fortunatamente il Pasubio potè essere saldamente presidiato dalla brigata "Volturno" (217° e 218° fanteria), la quale vi tenne testa a tutti gli attacchi avversari, ostinatamente reiterati. Il più violento di questi fu sferrato ai primi di luglio, dopo un'imponente preparazione di artiglieria; ma i fanti delle brigate "Volturno" e "Verona" (85° e 86° fanteria) , respinsero eroicamente il nemico. Negli scontri culminati con la battaglia del 2 luglio 1916, gli Italiani persero 2797 uomini tra morti, feriti e dispersi, gli Austriaci 587. Qui rifulse la figura del Tenente Salvatore Damaggio, decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Comandante di una Sezione Mitragliatrici, durante un intenso bombardamento nemico che sconvolse gli appostamenti della Sezione, seppe, con mirabile fermezza, fare subitamente rimettere in efficienza le armi. Fu pronto ad aprire il fuoco ed a ben dirigerlo contro gli avversari che muovevano all'attacco, tanto che, per le gravi perdite subite, furono costretti a fermarsi e quindi a retrocedere". Monte Pasubio 2 luglio 1916.​


Altri combattimenti sanguinosi si concentrarono tra il 9 e il 20 ottobre 1916, quando i nostri reparti compirono ogni sforzo per occupare il Dente austriaco difeso dai Kaiserjager, vero caposaldo dell'esercito austro-ungarico rivelatosi inespugnabile per tutta la durata della guerra.


Tra questi Eroi che si batterono con indomito valore spiccano le figure di alcuni soldati che hanno contribuito in modo determinante a mantenere in mano italiana il massiccio del Pasubio:

Capitano Aldo Beltricco Comandante della 41^ compagnia alpini, decorato con la Medaglia d'oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Con indomito coraggio, in testa alla propria compagnia, sotto un fuoco violentissimo di mitragliatrici ed artiglierie nemiche, si portava presso le trincee avversarie. Magnifico esempio di eroismo, al grido di "Savoia!" si slanciava per ben tre volte successive con i propri uomini all'assalto e, raggiunto il reticolato, si apriva un varco; quindi si spingeva, con pochi superstiti, sul ciglio della trincea avversaria, ove, colpito a morte, perdeva gloriosamente la vita. Coston di Lora (Monte Pasubio)", 10 settembre 1916.


Tenente Ferdinando Urli 41^ compagnia alpini, decorato con la Medaglia d'oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "A capo di un energico manipolo di volontari, con mirabile ardimento si slanciava per primo nelle trincee nemiche, fugandone il presidio e catturandovi un numero di avversari cinque volte superiore a quello dei suoi soldati. Per trentasei ore dava continua, fulgida prova di coraggio, opponendo una ostinata resistenza ai sempre più violenti attacchi nemici. Circondato dall'avversario si rifiutava di arrendersi, seguitando coi pochi suoi superstiti a battersi con bombe a mano e colla baionetta, finchè, sopraffatto dal numero degli assalitori e colpito a morte, cadde eroicamente sul campo". Dente del Pasubio, 17- 19 ottobre 1916.


Colonnello Antonio Gioppi Comandante del VI Gruppo Alpini, decorato con la Medaglia d'oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Comandante di un gruppo alpini, impresse alle sue truppe tale slancio, e col suo grande ascendente morale, trasfuse in esse tale ardimento, che, nonostante le gravi difficoltà, trionfava della fiera resistenza di un nemico in forze e risoluto, conquistando importanti posizioni ed affermandovisi. Sprezzante di ogni pericolo, seguendo da presso le colonne moventi ai sanguinosi attacchi, pronto ad intervenire di persona quando le circostanze lo richiedessero, il 13 ottobre, al suo posto di comando, battuto da micidiale fuoco avversario, cadeva mortalmente colpito da una granata nemica". Monte Pasubio, 9 - 13 ottobre 1916.