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​​​​​​​​In seguito all'eccidio di Sarajevo l'Austria, ritenendo la Serbia responsabile dell'accaduto, inviò al governo serbo un ultimat​um con condizioni parti​colarmente umilianti. La Serbia accettò tutte le condizioni, tranne quella che «funzionari austriaci partecipassero alla inchiesta giudiziaria contro gli attentatori», per cui l'Austria ritenendo insufficiente tale risposta, dichiarò guerra alla Serbia (28 luglio 1914).

Dal 25 al 30 luglio furono fatti tentativi per impedire che la guerra divenisse generale; ma la Russia, per sostenere la Serbia, ordinò la mobilitazione generale, venendo in tal modo a minacciare l'Austria e la Germania. Di fronte a questo pericolo la Germania dichiarò guerra alla Russia (31 luglio); la Francia, alleata della Russia, entrò anch'essa in guerra (2 agosto); e pochi giorni dopo anche l'Inghilterra, che si vedeva minacciare il suo predo¬minio nel mare del Nord, intervenne nel conflitto (4 agosto).


L'Italia, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza con Austria-Ungheria e Germania fin dal 1882, proclamò la propria neutralità, per le seguenti ragioni:

  • il trattato di alleanza aveva carattere difensivo e non offensivo, mentre in questa occasione era stata l'Austria stessa a provocare la guerra.

  • il medesimo trattato dichiarava che, se l'Austria o l'Italia fossero state costrette a mutare lo «statu quo» in Oriente, avrebbero dovuto prendere precedenti accordi sul principio del reciproco compenso, mentre in questa occasione l'Austria aveva dichiarato la guerra all'insaputa dell'Italia.

























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