Ordine Militare d'Italia
Decreto 5 giugno 1920
Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918) (All'Arma di Fanteria).
Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia
Decreto del 22 ottobre 2019
Unità delle forze speciali, impiegata in molteplici e rischiosi teatri operativi, si prodigava con altissima professionalità e indiscusso coraggio nel compimento delle ardue missioni assegnate, esercitando con straordinaria efficacia la propria limpida, ardita e intelligente azione militare in ogni situazione operativa di particolare complessità e delicatezza. Animati da abnegazione, valore e ardimento, spesso schierati in condizioni operative e ambientali di elevato rischio, gli alpini del 4°, fedeli al proprio motto “In adversa ultra adversa”, hanno ottenuto importanti risultati operativi consentendo il raggiungimento di obiettivi di rilevanza strategica. Ammirevole esempio di reparto che, per audacia e altissimo senso del dovere, ha contribuito ad accrescere il prestigio dell’Esercito Italiano in contesti internazionali dando lustro alla nazione. Mozambico, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Afghanistan, Libano, Iraq, Libia e Somalia, 2002 – 2018
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Decreto 29 ottobre 1922
Il Battaglione "Aosta", superando accanita resistenza nemica ed aspre difficoltà di terreno organizzato a difesa, ascese sanguinosamente le rupi del Vodice im-padronendosi, con altro reparto, della quota 652, sulla quale con sovrumana tenacia resistette, senza cedere un palmo di terreno, a terrificante bombardamento, a ripe-tuti contrattacchi, a difficoltà inenarrabili (Vodice, 18 - 21 maggio 1917). Nella battaglia della finale riscossa, rinnovando ancora una volta l'esempio di eroico va-lore, di spirito di sacrificio, di serena fermezza degli alpini d'Italia, consacrava alla vittoria ed alla gloria della Patria il fiore dei suoi alpini che, decimati ma non domi, intrepidamente pugnavano e cadevano al grido, rintronante fra il fragore delle armi: "Ch'a cousta l'on ch'a cousta, viva I'Aousta! " (Monte Solarolo, 25 - 27 ottobre 1918).
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Decreto 26 marzo 1963
Battaglione di alpini sciatori, fusi in un granitico blocco di energie e di arditismo alpino, in dodici mesi di campagna russa ha dato ininterrotte prove di eccezionale valore e di ineguagliabile spirito di sacrificio, Incrollabile nella difesa, impetuoso e travolgente nell'offesa, ha sempre raggiunto le mete indicategli. Nella grande offensiva invernale russa scrive fulgide pagine di gloria.
Sostiene per primo l'urto di imponenti masse di fanteria sostenute da unità corazzate che hanno travolto la resistenza del fronte; le contiene con una difesa attiva ed ardita, le inchioda al terreno fino a quando arrivano rinforzi che gli consentono una tregua dopo un combattimento di due settimane compiuto senza soste, senza riparo, in condizioni di clima eccezionalmente avverso. Accerchiato da forze agguerrite di fanteria e blindate, benché ridotto a pochi superstiti in buona parte feriti, congelati ed esausti, sostiene una lotta disperata e col valore di tutti ed il sacrificio di molti, riesce a rompere il cerchio di ferro e di fuoco. in seguito continua a marciare nella sterminata pianura nevosa, supera tutti gli ostacoli che si frappongono al suo andare, tiene in rispetto il nemico che lo incalza, e, sparuta scolta, raggiunge le linee alleate in un'aureola di vittoria uguale a quella delle più alte tradizioni alpine e della Stirpe (Olkowactka - Quota 176 - Klinowiy - Brody - Jahodnj - Jwanowka - Quota 204 - Kolhos Selenjar - Rossosch - Olikowatka (Russia), febbraio 1942- febbraio 1943).
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 3 agosto 1916
Tenacia a tutta prova, eroici ardimenti, impareggiabile slancio, spinsero i battaglioni "Intra" e "Val d'Orco" sulla quota 2163 ad est di Monte Nero, disperatamente difesa e con indomito valore la contesero al nemico, sino a che altri reparti non sopraggiunsero a consolidarne la conquista (19-21 luglio 1915). (ai battaglioni "Intra" e "Val d'Orco").
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 5 giugno 1920
Animato da ardente entusiasmo il battaglione "Aosta" faceva serenamente olocausto del sangue dei suoi magnifici soldati, attaccando con meravigliosa audacia formidabili trinceramenti nemici, sui quali resisterà a un violentissimo contrattacco per oltre un'ora, ridotto di numero, ma ringagliardito nella fede. (Alpe di Cosmagnon, 10 settembre 19116). Riconfermava la sue magnifiche qualità militari in una successiva azione, conquistando e mantenendo formidabili posizioni (Alpe di Cosmagnon, 9-12 ottobre 1916). Nella stessa azione si distingueva per superbo valore il battaglione "Val Toce". (Ai battaglioni "Aosta" e "Val Toce").
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 5 giugno 1920
I battaglioni "Levanna" e "Aosta", superando l'accanita resistenza nemica ed aspre difficoltà del terreno formidabilmente organizzato a difesa, ascesero sanguinosamente le rupi del Vodice impadronendosi della q. 652 sulla quale, con sovrumana tenacia resistettero, senza cedere un palmo di terreno, a terrificante bombardamento, a ripetuti violentissimi contrattacchi, a difficoltà e disagi inenarrabili (Vodice, 18-21 maggio 1917). (Ai battaglioni "Levanna" e "Aosta")
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 29 ottobre 1922
Il battaglione "Cervino" sotto una tempesta di fuoco, stremato di numero ma non di forza, resisteva accanitamente in grave situazione a soverchianti forze nemiche, coprendosi di gloria, a prezzo di purissimo sangue, per la sovrumana passione eroica dei suoi alpini che dettero sempre fulgido esempio del più alto spirito di sacrificio (Melette, 17-26 novembre 1917; M. Bisorte, maggio 1916; Bodrez, 15-18 maggio 1917; Vodice 26-30 maggio 1917; M. Fior, 4 dicembre 1917). (Al battaglione "Monte Cervino")
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 29 ottobre 1922
I battaglioni "Levanna" e "Toce" nella battaglia della finale riscossa, attaccando con impeto eroico e resistendo alla disperata irruenza di soverchianti forze nemiche, si coprirono di gloria a prezzo di purissimo sangue (M. Solarolo, 24-28 ottobre 1918). (Ai battaglioni "Levanna" e "Toce")
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 21 gennaio 1937
Incaricato della difesa di un importante passo, infrangeva, con tenacia pari al valore, l'irruente attacco di soverchianti ed agguerrite forze abissine, guidate dallo stesso imperatore. Durante tredici ore di violenta battaglia, decisiva per le sorti della campagna, riconfermava in terra africana le gloriose gesta compiute durante la grande guerra. Passo Mecan, 31 marzo 1936. (Al battaglione "Intra")
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 31 maggio 1946
Durante tre mesi e in una situazione particolarmente delicata, con mirabile spirito di sacrificio e fede incrollabile, vincendo i rigori di un duro inverno, manteneva il possesso di un ampio fronte di alta montagna, aspramente conteso da forze soverchianti. Presente ovunque, ardito nella tormenta della montagna e nella tormenta del fuoco, con indomito valore, opponeva tenace resistenza, stroncando l'impeto del nemico in cruenti attacchi e piombando fulmineo sui fianchi e sul tergo dell'avversario, rompendone le formazioni. Dimostrava così che più che il numero e l'arma, vale il coraggio. Fronte greco, 10 gennaio - 23 aprile 1941. (Al battaglione "Monte Cervino")
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 31 dicembre 1947
All'8 settembre 1943 lontano dal suolo della Patria, a contatto di preponderanti forze tedesche che chiedevano la consegna delle armi, anziché deporle si schierava con moto unanime contro il tedesco ed iniziava la lotta partigiana che compatto conduceva per circa tre mesi combattendo strenuamente contro forze ognor soverchianti, conscio del rischio e del sacrificio, fulgido esempio di valore e di gloria. Montenegro - Sangiaccato - Serbia, settembre - ottobre - novembre 1943. (Al battaglione "Ivrea")
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 24 luglio 1947
Costituito con elementi della Divisione Alpina "Taurinense", che dai porti adriatici della Balcania riuscirono a raggiungere fortunosamente la Puglia dopo l'armistizio, partecipava a tutta la Guerra di Liberazione riconfermando ognora la tempra intrepida delle genti della montagna. Alla gloria perenne delle nostre armi offriva due difficilmente pareggiabili esempi di fusione perfetta di perizia, di valore e fortuna: prima a Monte Marrone, scalato di sorpresa per la ripida parete ed eroicamente difeso sull'orlo dell'abisso alle spalle: poi a quota 363 di Valle Idice, strappata al nemico con una saettante e fulminea, spezzando la cerniera delle due armate tedesche in Italia, donde poi traboccò su Bologna. Campagna di liberazione, 18 marzo 1944 - 8 maggio 1945. (Al battaglione "Piemonte")
Medaglia di Bronzo al Valor Militare
Decreto 31 dicembre 1947
Nell'attacco di munite posizioni avanzate, calmo ed ordinato nonostante l'infuriare di forte reazione di fuoco del nemico e con slancio irresistibile ed impareggiabile entusiasmo, raggiungeva compatto gli obiettivi assegnati. Per due successive giornate difendeva con tenacia e gravi sacrifici di sangue le posizioni conquistate contro violentissimi contrattacchi di preponderanti forze avversarie senza cedere un palmo di terreno. Ruderi di Dobrej, Val Tomorezza - Albania, 24-25-26 gennaio 1941. (Al battaglione "Intra")
Medaglia d'Argento al Valor Civile
Decreto 9 maggio 1960
Nel frangente di disastrose alluvioni che cagionarono ingenti danni, vittime umane e grave stato di allarme, i reparti del 4° Reggimento Alpini svolsero - per più giorni e più notti consecutive - rischiosa, faticosa ed insonne opera di salvataggio e di soccorso dando alta prove di coraggio, che valse loro il plauso delle Autorità e la gratitudine delle popolazioni colpite (Alluvioni abbattutesi nel giugno 1957 in località della provincia di Torino).
Medaglia d'argento di benemerenza
Decreto 5 giugno 1910
Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione nel portar soccorso alle popolazioni funestate del terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908.