Tra il 16 agosto 1993 ed il 28 febbraio 1995 è stata attuata da unità dell'Esercito l'operazione "Testuggine".
Il compito assegnato prevedeva la sorveglianza della frontiera nord - orientale (confine italo - sloveno), allo scopo di prevenire eventuali tentativi di ingresso irregolare in Italia di personale, mezzi e materiali.
Inizialmente il servizio si svolgeva secondo i canoni classici del concorso a favore del ministero dell'Interno e prevedeva la presenza di un componente delle forze dell'ordine in ogni pattuglia/posto di osservazione in cui si articolava il dispositivo della Forza Armata.
Dalla fine del mese di gennaio 1994, con l'attribuzione dello "status" di agente di pubblica sicurezza, i reparti dell'Esercito hanno operato - in analogia a quanto attuato nell'ambito dei "Vespri Siciliani" - autonomamente ancorché in coordinamento con le Forze di Polizia.
Sulla base delle direttive impartite dai prefetti delle province di Udine, Gorizia e Trieste, è stata dunque svolta una continua attività di pattugliamento ed osservazione, nell'arco notturno, in corrispondenza dei principali valichi ed itinerari di frontiera non sottoposti alla vigilanza delle forze dell'ordine compresi tra le località di Monte Forno a nord e Lazzaretto a sud.
In particolare, sono stati assegnati:
- al 4° Corpo d'Armata alpino il tratto di frontiera incluso nella provincia di Udine;
- al 5° Corpo d'Armata quello compreso nelle province di Gorizia e Trieste.