La storia del sito produttivo di Terni è legata all’evoluzione del moschetto, l’arma lunga che equipaggiava l’Esercito Italiano già dal 1871.
Negli anni successivi all’Unità d’Italia, infatti, si presentò l’esigenza di sostituire gli obsoleti fucili ad avancarica con i più moderni a retrocarica.
Per la produzione dei nuovi fucili si dovette costruire uno stabilimento apposito, in un luogo che fosse facilmente difendibile e provvisto di energia; Terni rispondeva ad entrambi i requisiti in quanto lontana sia dai confini sia dal mare - all’epoca i soli mezzi aerei erano i dirigibili e le mongolfiere e quelli non rappresentavano certo un pericolo – e, contemporaneamente, percorsa da grandi quantità di acqua, necessaria per muovere le turbine.
Nel 1875, quando venne posata la prima pietra dello stabilimento, l’energia elettrica non era ancora utilizzata per impieghi industriali – per inciso e nello stesso anno venne brevettata la prima lampadina elettrica - e gli esperimenti di Nobel non avevano ancora portato alla invenzione della balistite (1887).
Il progetto ed il ciclo di produzione dei fucili prodotti a Terni beneficiarono subito di quelle nuove invenzioni e portarono alla realizzazione del Moschetto 91, l’arma lunga d’ordinanza rimasta in servizio fino al termine della seconda Guerra Mondiale.
Al termine del conflitto, la Regia Fabbrica d’Armi divenne Stabilimento Militare Armamento Leggero, per la modifica dei fucili semiautomatici Garand, forniti all’Italia con il piano Marshall e, successivamente, per la riparazione del fucile automatico FAL BM59.
Oggi, il Polo di Mantenimento delle Armi Leggere di Terni si inserisce a pieno titolo nell’odierno panorama logistico/produttivo relativo all’armamento leggero e si confronta con le più importanti realtà produttive italiane e straniere nel settore specifico.