ikTud#GC1pSLPm8vcV!tTEkLLmb2of4^931k7SnT$Dhb4btave

fonte: Comando Truppe Alpine

Condividi su Linkedin

Gli alpini del 7° impegnati in un intenso addestramento tattico in ambiente compartimentato culminato con la scuola tiri mortai.

Le alpi carniche teatro delle esercitazioni del Battaglione “Feltre”

​Il monte Bivera è tornato ad essere protagonista nell’ambito delle attività addestrative degli alpini del 7° reggimento di Belluno della Brigata alpina Julia.

Con il lento ma costante ritorno alla normalità post COVID-19, al termine di due settimane di intenso addestramento sia a livello squadra che plotone nella condotta di attività tattiche offensive, difensive e di stabilizzazione in ambiente montano, svoltesi principalmente nell’area di Tai di Cadore e del poligono della Val d’Oten, anche con pernottamento all’adiaccio le penne nere bellunesi per concludere il ciclo addestrativo hanno condotto nella giornata del 3 giugno, alla presenza del Comandante delle Truppe Alpine e del Comandante della Julia, una scuola tiro con i mortai medi da 81 mm.

Nel contesto tattico messo in atto, volto sempre a mantenere ai massimi livelli l’efficienza e le capacità del personale, il Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto ha potuto apprezzare l’impegno profuso dagli uomini e donne del 7° reggimento in un contesto montano e particolarmente compartimentato come quello offerto dalle alpi carniche.

L’esercitazione prevedeva inoltre un cambio di schieramento dei mortai stessi, la manovra è avvenuta grazie al supporto fornito dagli elicotteri AB 205 dell’AVES (Aviazione Esercito), che hanno trasportato le squadre mortai in due scaglioni, protetti da una coppia di elicotteri d’attacco A 129 Mangusta, che hanno simulato alcune CAS (Close Air Support), nonchè l’impiego dei tiratori scelti che hanno condotto svariate attività di pattuglia e di tiro con le armi in dotazione al reparto.

L’attività si è conclusa con l’utilizzo dei mortai a tiro diretto, in modalità speditiva che consente alle unità di fornire un supporto di fuoco immediato in caso di necessità.

Sempre di più oggi, come del resto avveniva nel passato, la peculiarità dei soldati di montagna è quella di operare e addestrarsi nei terreni aspri, impervi e compartimentati che solo l’ambiente alpino offre e, con condizioni climatiche difficili.

condividi: